Un grande legame con la valle e un ancor più grande amore per il suo lavoro. Veronica Tagliaferri, medico sul territorio, ci racconta la sua passione per la medicina, nata quando era ancora alle elementari e ci spiega perché, secondo lei, la val di Fiemme è davvero “the place to be”.
- Buongiorno Veronica, raccontaci un po’ di te, di che cosa ti occupi?
Sono nata a Cavalese nel 1994 e cresciuta nel piccolo paesino di Stramentizzo, di lavoro faccio il medico di Medicina Generale.
L'idea di diventare medico me la sono messa in testa già alle elementari, quando durante una visita oculistica ho chiesto alla dottoressa: "Come si fa a diventare medico?". La risposta non fu molto incoraggiante: "Adesso devi fare i 3 anni di medie, poi 5 di superiori, 6 di università e 4-5 di specializzazione". - Eppure eccoci qui, con una laurea in medicina in tasca e il lavoro che hai sempre sognato. È stato difficile raggiungerlo?
In realtà quella risposta fu più traumatica per i miei genitori, che da lì in poi hanno fatto davvero grandi sacrifici per mantenermi in tutti questi anni di studi.
In un modo o nell'altro sono comunque riuscita a laurearmi come da programmi nell'ottobre 2019, e già durante il tirocinio dell'esame di stato ho scelto subito la specializzazione, la Medicina Generale, una branca che durante i 6 anni di università si esplora molto poco, ma di cui mi sono completamente innamorata appena ho avuto modo di conoscerla. A febbraio 2020 avrei dovuto sostenere l'esame di stato per l'abilitazione, ma per ovvi motivi il tutto è stato annullato e l'abilitazione è arrivata a marzo con un decreto ministeriale. Immediatamente contattata dal dott. Nardelli, sono andata a lavorare a Pozza di Fassa come guardia medica e a Molina come sostituta di un medico di base. Faccio fatica a descrivere quei giorni, d'altra parte tutti noi forse abbiamo dei ricordi indelebili e dolorosi di quel periodo.
Nel frattempo ho iniziato anche la specializzazione, che ho terminato a ottobre 2023. Al momento, in attesa di un posto in convezione come medico di base, lavoro in RSA a Predazzo. - Cosa ami così tanto del tuo lavoro?
Rispetto a chi lavora in ospedale, dal punto di vista umano si è molto più vicini al malato in quanto persona, per il quale diventi spesso un punto di riferimento. Dal punto di vista scientifico invece per me è molto stimolante vedere tutti i giorni decine e decine di patologie e problemi diversi, intercettare i sintomi preoccupanti tra i tanti problemi clinicamente non rilevanti o comunque benigni.
Non farei nient'altro nella vita: la medicina sul territorio e dentro le case delle persone per me è la vera medicina. - E oltre alla medicina cosa c’è?
Fuori dal lavoro la mia passione più grande è la musica. Suono flauto traverso e ottavino da ormai oltre 16 anni nella banda di Molina, ma mi appassiona anche la politica: sono stata consigliera comunale dal 2020 al 2023 nel Comune di Castello-Molina di Fiemme. - Un grande legame con la valle quindi, non solo lavorativo ma anche di impegno sociale. Cos’ha questo posto di così speciale per te?
Io mi sento davvero privilegiata perché ho avuto la fortuna di nascere in questo ambiente così stimolante dal punto di vista spirituale, umano e relazionale. Penso di aver avuto l'infanzia più felice che si possa immaginare, libera tra i boschi di Stramentizzo, e sono cresciuta con i valori di questa Comunità ancora così forti e genuini. Mi sono allontanata giusto il tempo che serviva per studiare e da nessun'altra parte ho trovato il benessere di spazi e persone che c'è qui.
E poi ho avuto la fortuna di trovare il connubio perfetto tra il lavoro dei miei sogni e la valle del mio cuore, perché i medici di base qui trovano davvero un ottimo ambiente lavorativo: si lavora in periferia ma si ha anche un ospedale vicino con cui collaborare, non a caso i distretti di Fiemme e Fassa sono probabilmente gli unici in Italia in cui al momento non c'è posto, e per i prossimi pensionamenti ci sono già dei giovani che aspettano!