Nicola Ioppi è uno dei soci di Tecnomant, l’azienda di famiglia che si occupa di impermeabilizzazioni e isolamenti termici, pitture edili e pavimentazioni. Un’azienda che ha 30 anni e che non smette di innovare.
- Nicola parlaci di te e di come sei arrivato in azienda.
Negli anni in cui frequentavo il liceo scientifico a Cavalese, durante l’estate andavo a lavorare con mio papà nell’azienda di famiglia. Una volta diplomato mi sono iscritto alla facoltà di ingegneria civile all’università di Trento. Dopo un anno e mezzo però ho deciso di interrompere gli studi, non perchè non fossi portato, semplicemente volevo lavorare per avere la mia indipendenza economica.
Era il gennaio 2008 e avevo 20 anni. Dopo solo un mese e mezzo ho iniziato a lavorare in Cassa Rurale a Cavalese come operatore di sportello. Ho lavorato lì per circa un anno, fino a inizio 2009. Dopodichè ho fatto alcuni corsi sempre per lavorare in banca ma nel mentre sono stato contattato da una prestigiosa azienda della valle e, visto che mi hanno offerto un contratto con una sicurezza invidiabile per la mia età, ho accettato il lavoro.
Nel maggio 2010 mio papà aveva bisogno di lavoratori per la sua azienda così, per quanto mi piacesse il lavoro che stavo svolgendo, ho deciso di lasciarlo e andare a lavorare per lui, inizialmente come dipendente. Tengo a precisare che è stata una mia decisione, non ho mai avuto pressioni dai miei genitori, i quali mi hanno sempre sostenuto nelle mie scelte.
Oggi ho 35 anni e sono socio dell’azienda assieme a mio padre e mia madre. - Di cosa si occupa Tecnomant?
Inizialmente Tecnomant era un’azienda fondata da 2 fratelli, che poi si sono separati. Quest’anno festeggeremo i 30 anni dell’azienda. Fin dall’inizio ci siamo occupati di impermeabilizzazioni e isolamenti termici, ma negli anni abbiamo deciso di offrire un pacchetto più completo, offrendo, per esempio, anche servizi come pitture edili e pavimentazioni. - Quanto è stato importante diversificare i vostri servizi e da cosa è nata questa esigenza?
La decisione di diversificare i servizi è nata proprio dalla crescente richiesta, soprattutto da parte dei clienti privati, di avere una sola azienda di riferimento per le varie lavorazioni.
Questo approccio c’era già prima che io entrassi definitivamente in azienda ma negli ultimi anni c’è stato un aumento esponenziale di questa esigenza. Un’altra richiesta importante che abbiamo soddisfatto, proveniente da committenti di aziende e tecnici vari, è stata la possibilità di utilizzare diversi tipi di materiali e metodologie nella realizzazione dei lavori a seconda del caso specifico. - Sono questi i punti forti di Tecnomant?
Sì. Nell’edilizia, infatti, ci sono tantissime possibilità per fare un lavoro, ma la chiave sta nel selezionare quali metodologie e materiali sono più adatti per ogni situazione. Solitamente io o mio padre andiamo nel cantiere e valutiamo quali siano i modi e i materiali adatti per quel tipo di lavoro, e poi ne parliamo con i committenti. Infatti, non c’è un procedimento standard e preciso, soprattutto nelle impermeabilizzazioni. La qualità di un’azienda sta nel trovare la strada giusta, quello è il valore aggiunto. Sia i privati che le aziende l’hanno capito e apprezzano il nostro approccio e uso di diversi materiali, perché ci permette di risolvere il maggior numero di problemi possibili nel minor tempo possibile. - Queste innovazioni le hai introdotte tu?
Alcune sì. Per esempio, uno dei materiali che stiamo usando l’ho voluto provare io stesso per la prima volta. Ho dovuto fare dei corsi a Bruxelles perché il produttore che vende il materiale vuole che i compratori ricevino una formazione specifica. Nonostante ciò, si tratta comunque di un’azienda di famiglia: io ho portato lo spunto, ma mio padre e mia madre, gli altri due soci, hanno voluto ovviamente dire la loro e capire se queste novità fossero valide. - Si parla molto di cambiamenti climatici: in generale, le abitudini della vostra azienda sono cambiate negli anni per venire incontro all’aspetto ecologico?
La questione ecologica ha toccato anche il nostro settore. Le persone hanno capito l’importanza di un’abitazione sostenibile, la quale offre una qualità della vita sicuramente migliore. Questo si è visto molto con il bonus 110, grazie al quale è cresciuta moltissimo la mole di lavoro. Purtroppo però l’aspetto ecologico, seppur decisamente più importante, in alcuni casi passa in secondo piano perché quello che più viene apprezzato in termini di risparmio è l’aspetto economico.
Noi, come azienda, teniamo molto all’ecologia: per esempio nei nostri cantieri usiamo materiali riciclabili ove possibile, tra cui l’EPDM che ha origini naturali, a differenza di materiali plastici e/o bituminosi. - Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Da 10 anni, anno dopo anno, ho visto crescere l’azienda. Quello che voglio è continuare a farla crescere, soprattutto con l’assunzione di ragazzi giovani. Mi auguro, inoltre, di replicare quello che ha fatto mio papà, quindi essere sul mercato per altri 30 anni o più.
Inoltre, il mio obiettivo e responsabilità è anche quello di portare avanti la reputazione positiva che ha creato mio padre, che si vede, per esempio, dal fatto che i clienti ci richiamano anche dopo 20, 30 anni. Non so se l’azienda avrà per sempre una conduzione familiare: ho due figlie, ma ci tengo che decidano liberamente il loro futuro, come ho potuto fare io da giovane, grazie ai miei genitori. - Hai parlato dei giovani, quanto sono importanti?
Moltissimo, sono fondamentali. Faccio parte del consiglio sia dell’Associazione Artigiani della Val di Fiemme, sia di quella di Trento, e mai come adesso vogliamo riqualificare il mondo dell’edilizia e cambiare la sua percezione nei giovani. È un settore che negli anni è cambiato, si è rinnovato e ha tantissime possibilità da offrire. Noi come azienda stiamo investendo tanto tempo nella ricerca di giovani perché nel futuro vogliamo che questi ragazzi crescano con noi come professionisti. Abbiamo bisogno della forza lavoro.
I titolari di tante aziende “concorrenti” alla nostra, hanno iniziato proprio da giovani e molti di questi ai tempi erano dipendenti di mio padre, il che non è uno svantaggio, anzi, sono una concorrenza sana e leale.
La nostra volontà purtroppo si scontra con la realtà: i genitori e la scuola di oggi non sembrano incentivare i giovani a intraprendere lavori nell’edilizia. - Quali altre difficoltà riscontrate nel mondo dell’edilizia?
Il principale ostacolo, oltre alla mancanza di forza lavoro, è l’iter burocratico che è molto lungo. Non è causato dai nessuno in particolare, ma è tutto il passaggio di documenti tra noi, i tecnici e gli altri soggetti coinvolti che andrebbe decisamente snellito. - Ti piace lavorare in Val di Fiemme?
In una città non mi ci vedo. Trento l’ho vissuta, grazie all’università, ma anche ad alcuni cantieri che abbiamo, e per quanto sia vicina alla Val di Fiemme, non è un posto che fa per me. La bellezza della valle è uno stimolo importante: vedere le Dolomiti ti fa dimenticare tutti i problemi, un ambiente così ti fa iniziare la giornata con il piede giusto.