“In palestra il benessere mentale conta quanto quello fisico”
Cinzia Gabrielli, personal trainer della palestra Dologym, si racconta in questa intervista, tra allenamenti, giri in moto e amici di sempre.
- Buongiorno Cinzia, ti va di raccontarci un po' di te?
Lavoro in Dologym, una palestra a Predazzo, da più di 10 anni. Sono laureata in Studi internazionali, quindi non pensavo che nella vita sarei finita a lavorare qui, ma proprio mentre mi stavo laureando ho deciso di prendere il primo brevetto da istruttrice fitness per iniziare poco dopo a lavorare in palestra. È una professione che mi appassiona molto, stare qui significa non solo seguire le persone a livello fisico, ma anche relazionarsi con loro e con i loro percorsi, la loro motivazione, entrare in confidenza e condividere i loro obiettivi. La palestra è un luogo di ritrovo, dove nascono amicizie che vanno oltre le mura della sala pesi. C’è più empatia di quanto si possa credere in questo ambiente, l’aspetto mentale conta quasi quanto quello fisico. -
Questo perché il benessere mentale e quello fisico sono in qualche modo concatenati?
La palestra è sicuramente allenamento, c’è un lato estetico che fa parte di questo mondo e forse all’inizio è questo che spinge tanta gente a venire. Ma c’è una grossa componente mentale nella ricerca del benessere: ognuno ha i suoi obiettivi (chi vuole dimagrire, chi rinforzare, chi scolpire il fisico) ma quello che accomuna tutti è la voglia di stare bene. Parliamo di salute ma anche per esempio di autonomia, soprattutto nelle persone più anziane che vengono in palestra per mantenere la muscolatura attiva, o chi deve riprendersi dopo la riabilitazione. Quello che amo della palestra in cui lavoro è il clima: è una componente molto più importante di quanto si creda, qui trovi varietà di utenti, è un posto dove non sei in competizione, non sei giudicato, anzi c’è una rete di rapporti che si instaurano. Direi in sintesi che è un luogo molto inclusivo. -
Hai sempre avuto questa passione per lo sport?
Ho fatto diversi sport sin da piccola, soprattutto quelli invernali (sci e snowboard) che nella nostra valle vanno per la maggiore. L’unico a cui però mi sono veramente appassionata è stata la sala pesi. Ho iniziato alle medie, quindi quando ero veramente giovane, grazie a una persona che gestiva la Dologym a quel tempo e che mi ha fatto amare la palestra sia dal punto di vista fisico che professionale. Ho imparato davvero tanto da lui, soprattutto che dedizione e costanza ti portano a raggiungere i tuoi obiettivi e che allenarsi non rafforza solo il corpo ma ti dà anche un atteggiamento mentale più sano e forte. Per questo ora sono convinta che le due cose vadano di pari passo. -
Hai anche altre passioni?
Mi piace molto andare in moto, ho una Ducati che da qualche anno mi porta in giro ed è un ottimo modo di liberare la mente. Ogni momento libero salgo in sella alla moto o mi concedo una gita in montagna. Della moto mi piace tutto: l’emozione, l’esperienza del viaggio, il fatto che ti insegna a portare con te solo l’essenziale. Cambia proprio la prospettiva: non conta più tanto la destinazione quanto il percorso in sé. -
Un'ultima domanda, quella che rivolgiamo a tutti i nostri intervistati: per te qual è valore di vivere in valle e far parte della comunità?
Durante gli anni di università ho vissuto a Trento e in quel periodo, visto anche il percorso di studi che avevo scelto, quella di trasferirmi all’estero sembrava la scelta più naturale. Poi la vita mi ha riportata in valle e ho capito che questo era il mio posto. Qui c’è senso di comunità, è un piccolo paese dove le relazioni hanno un grande valore, sono autentiche. Se guardo alle persone più vicine a me noto che i miei amici sono ancora quelli della scuola materna, non ci siamo mai persi. E questo è qualcosa che accomuna le piccole comunità rispetto alla vastità delle grandi città, qualcosa che mi fa capire che la scelta di restare è sempre stata quella giusta.